martedì 19 febbraio 2013

I luoghi del genio. Il Cabanon. Lezione di Filippo Alison.

Il cabanon”(1952) realizzato in legno grezzo, 3,66 x 3,66 metri in pianta e 2,26 di altezza: in legno di pino per l'esterno e di quercia all'interno, compensato per le pareti e noce per il tavolo.                           . 

Ideato, progettato e costruito dallo stesso architetto che lo occupava, racchiude le condizioni ideali della progettazione architettonica, quella sintesi della dialettica tra momento progettuale e fruizione, dove la delega conferita al professionista da quanti pensano alla casa come altro da sé, o come feticcio da emulare, rappresenta la perfetta antitesi. Sta dunque nell’intenzione di rendere più consapevole, più partecipativa, la responsabilità del committente nei confronti del progettista, la ragione stessa della ricostruzione di questa testimonianza - appositamente organizzata per mostre itineranti - e specificamente dei valori dell’interno così densi di contenuti magistrali da costituire una ineguagliabile fonte di ispirazione per chiunque sia interessato a scoprire valori e significati altrimenti ignorati.     


A un uomo in vacanza - diceva - non serve molto più di un letto, servizi, un tetto e la vista del sole che risplende sul mare.
Così diceva e intanto viveva di un minimo e un massimo spazio. Quello minimo della sua spartana abitazione. Quello massimo che si apriva dinnanzi ad essa.
  
Nel 1951, in tre quarti d'ora fece uno schizzo della pianta del suo Cabanon per farne dono di compleanno a sua moglie.

 Qui sono nati alcuni disegni dei suoi importanti progetti poi ripresi in studio a Parigi.
All'interno solo oggetti incorporati alla costruzione come la libreria e  il tavolo, i due letti, il lavello e il servizio; la cucina non c'è ma il cabanon è dotato di una porta sul corridoio che conduce al ristorantino sul mare dove Le Corbusier amava pranzare. Alcuni elementi dell'arredo hanno una duplice funzione: il letto nasconde dei cassetti e uno sgabello girato serve da scala per il soffitto che funge da ripostiglio; il lavandino serve a separare gli ambienti. Il fatto è che Le Corbusier fu per se stesso committente e fruitore  non è qualcosa da cui possiamo prescindere nell' analisi del luogo: il letto, ad esempio, è rigido perché lui voleva dormire su un piano rigido inspirandosi ai letti dei fenici, che mangiavano e dormivano su uno stesso piano, a 90 cm da terra, e sotto il piano avevano dei tavolini che grazie alle rotelle potevano essere tirati fuori per poggiare le vivande. Non si tratta quindi di un esempio di Design universale, nel “Cabanon”, gli arredi non sono mobili ma fissi. Quindi un prodotto di design molto complesso e singolare. Elabora questo spazio divisibile in 4 rettangoli uguali che limitano le diverse stanze camera, soggiorno, toilette dietro la tenda in base alle funzioni; Il centro è lasciato libero.  Accanto l'atelier: m 1,50x5, un tavolo, due casse da whisky come sedie.  Tre finestre, su 3 diversi livelli mostrano visioni del panorama differenti, si tiene conto del Modulor, il sistema di proporzioni che univa il metodo geometrico della sezione aurea con le misure e dei movimenti di un uomo alto m. 1,83, che è ora disegnato in una parete di lato del Cabanon.    

Eppure è architettura.
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lunedì 18 febbraio 2013

Architettura vs Arte, contemplazione o partecipazione?Appunti di una lezione di Filippo Allison.



La partecipazione in un oggetto di architettura apre una nuova dimensione al Design, l'utente può essere partecipe dell' oggetto, anzi deve essere partecipe, deve utilizzare, toccare, a volte assegnare nuove funzioni, persino migliorare l'oggetto. Ed è qui che nasce il significato fondamentale di una nuova dimensione del progetto data proprio dalla volontà di passare dalla contemplazione alla partecipazione. Per gli oggetti d’arte, per la produzione estetica della “figurazione” hanno funzione produttiva la pittura e la scultura: esse sono tutte e due forme espressive che si legano all’idea della contemplazione perché non ci si può sedere su di un quadro e, quindi, in questo caso, siamo in presenza soltanto della contemplazione di un valore. Anche per la scultura, per quanto si possa tener conto della possibilità di entrare a farvi parte, non c’è niente che vada oltre.
L’architettura ha lo stesso valore estetico, ma lo amplia con l’idea della partecipazione perché se un utente prende in considerazione il disegno di una caffettiera che ha degli attributi particolari, nel momento in cui, poi, va a usarla, crea la potenzialità esistenziale della caffettiera stessa. Allora l’operazione va, automaticamente, verso questa direzione, si assiste a un richiamo di utenza che partecipa al modo di usare le cose perché, queste sono state create per essere utilizzate in svariati modi.  
Oggetti di Design possono diventare Icone dell' arte, ma la loro bellezza sarà data sempre dalla loro funzione.

Il quadrifoglio del Design, Filippo Alison.




Un oggetto di design nasce nel momento in cui vengono combinati i rapporti di necessità dell’ oggetto e validità del progetto stesso: non esistono oggetti voluttuosi che abbiano un valore se non quello di giovare.

Ogni cosa che è progettata è oggetto di design, ma, per far si che questi oggetti siano accettati bisogna dimostrarne la validità nell’ uso quotidiano.
Se un oggetto è disegnato è perché ne sentiamo la necessità , la mancanza, quando si disegna un oggetto di questo tipo si deve pensare non solo all’ eventualità di poterlo costruire, ma anche al modo e ai mezzi per realizzare l’oggetto soprattutto perché possa essere rispondente alle operazioni di necessità e di costruzione.
 La costruzione comporta, la necessità di includere un altro campo del ragionamento la tecnica della costruzione dell’oggetto, ma non solo dobbiamo preoccuparci anche della distribuzione e del commercio.

Come diceva uno dei migliori maestri italiani del Design Filippo Allison in una delle sue lezioni: Il design, in linea generale, è la sintesi di quattro settori dell’attività produttiva che formano una sorta di “quadrifoglio”; quattro settori in un solo fenomeno:
Un primo settore è il progetto stesso: che coincide con la fase di progettazione o approccio ad un idea, il disegno che si esplicita e si mette in evidenza dopo aver pensato che cos'è ciò che si sta disegnando.
Il secondo è capire con quale mezzo si può costruire l’oggetto, cioè la forma costruttiva che si necessita di conoscere per capire se quel disegno è valido per essere costruito, la tecnica e l’uso del progetto che non è mai superfluo o casuale, ma deve attingere sempre ad uno scopo.
Il terzo punto è la richiesta di mercato: anche se il progetto è ben studiato e di egregi risultati perde di ogni senso se non risponde a una richiesta di mercato senza la quale ogni oggetto perde del concetto di design.
È la diffusione che trasmette la conoscenza di un oggetto e la necessità di quest’ ultimo, senza la conoscenza il fruitore non ha l’opportunità di accedere al mercato.
Il quarto settore è un collegamento tra design, mercato e quindi la  produzione dell’ oggetto , e il modo di poter vendere l’oggetto, di comunicare e metterle in evidenza la validità e la necessità dell’ oggetto.

PH: Rino Giardiello





martedì 5 febbraio 2013

La strada non presa.


Divergevano due strade in un bosco
Ingiallito, e spiacente di non poterle fare
Entrambe essendo un solo, a lungo mi fermai
Una di esse finchè potevo scrutando
Là dove in mezzo agli arbusti svoltava.

Poi, presi l’altra, che era buona ugualmente
E aveva forse i titoli migliori
Perché era erbosa e poco segnata sembrava;
Benchè, in fondo, il passare della gente
Le avesse davvero segnate più o meno lo stesso,

Perché nessuna in quella mattina mostrava
Sui fili d’erba l’impronta nera d’un passo.
Oh, quell’altra lasciavo a un altro giorno !
Pure, sapendo bene che strada porta a strada,
Dubitavo se mai sarei tornato.

Questa storia racconterò con un sospiro
Chissà dove tra molto tempo:
Divergevano due strade in un bosco, e io…..
Io presi la meno battuta,
E di qui tutta la differenza è venuta.

Robert Frost