Riflessioni e appunti dopo una lezione di decorazione in architettura. Tema 'Postmodernismo'
Cosa differenzia un ornamento dalla decorazione? quando un elemento è superfluo e quando una decorazione è funzionale alla fruizione dell'opera. Quando un progetto è puro citazionismo e quando utilizziamo le nostre conoscenze storiche per ironizzare, migliorare, evolvere e rendere architettura quello che è un progetto su carta. Quella fondamentale differenza tra il citazionismo e l'ironia, la banalità di una vana citazione, messa li perchè ci piace.
Chi di noi non ha mai avuto la tentazione di piazzare una finestra a nastro nel progetto citando ovviamente il Maestro, senza domandarsi invece cosa volevamo vedere da quella finestra, e come quella finestra potesse far entrare la luce, trasmettere un'evocazione a volte una decorazione che seppur virtuale(vedi pavimentazione caixa forum) sarebbe testimonianza di un grande controllo della materia dell' architettura e di comprensione di un insegnamento del maestro stesso.
Quanto riusciamo a controllare la nostra voglia di far vedere che sappiamo, che abbiamo imparato, visto per poi finire con il produrre un aborto del postmodernismo più becero e decontestualizzato, riproponendo contenuti passati che non ci appartengono, ne a noi ne alla nostra cultura, per il puro piacere di citare, di 'usare' quell'idea. Io stessa ho sperimentato a discapito di un progetto quanto fosse facile lasciarsi andare al banale citazionismo, senza trovarne ancora una via d'uscita.
Quanto non ho resistito a posizionare un salotto a cielo aperto, la mia stanza 'incielata' come l'attico del Beistegui, piazzandoci pure un periscopio perchè come a Parigi si vedeva la tour Eiffel dal mio progetto si sarebbe visto l'obelisco dell'immacolata. Ironia? dopo la lezione di oggi ho capito che mi sono lasciata andare al puro citazionismo, in uno spazio dove l'apparenza formale ha preso il sopravvento su una qualità dello spazio che farà sempre la differenza tra uno spazio di architettura e una risposta formale.